RABAT – Il cous cous, piatto popolare emblematico del Nord Africa, è stato iscritto nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, su domanda congiunta di Algeria, Marocco, Mauritania e Tunisia. Lo ha annunciato l’Unesco sul suo sito web. Fatto piuttosto raro nella storia dei Paesi del Maghreb, Algeria, Marocco, Mauritania e Tunisia hanno presentato insieme la candidatura intitolata “Conoscenze, know-how e pratiche relative alla produzione e al consumo di cous cous”, senza dispute sulla paternità di questo piatto tradizionale a base di semola o di grano duro, accompagnata da verdure, carne o pesce sapientemente speziati.
In questi quattro Paesi “donne e uomini, giovani e anziani, sedentari e nomadi, del mondo rurale o urbano, nonché dell’emigrazione, infatti si identificano” con questo piatto simbolo del “vivere insieme”, afferma il file di candidatura all’Unesco che non fornisce tuttavia alcuna ricetta pratica.
Gustato dalle sabbie del Sahel e del Sahara fino alle coste dell’Atlantico e del Mediterraneo, l’origine del cous cous si perde nella notte dei tempi, e la sua “dimensione universale” è “notevole”. Come è stato sottolineato al momento della presentazione della domanda, nel marzo 2019, è la prima volta che quattro Paesi del Maghreb uniscono le forze su un tema comune. L’iniziativa ha fatto sperare che il piatto possa essere l’inizio di un riavvicinamento politico.
Nel settembre 2016, l’annuncio da parte dell’Algeria della sua intenzione di presentare un dossier sul cous cous all’Unesco aveva suscitato le ire del vicino Marocco, suo grande rivale politico, diplomatico e culturale, fino al raggiungimento di un accordo sulla presentazione di un fascicolo comune. La costruzione di un grande Maghreb è minata dai rapporti tesi tra i due vicini, nel mezzo della crisi che circonda la questione del Sahara occidentale, ex colonia spagnola rivendicata sia dal regno marocchino che dai separatisti del Fronte Polisario. I dissensi sullo status di questo immenso territorio desertico ostacolano l’attuazione dell’Unione del Maghreb arabo (Algeria, Marocco, Tunisia, Mauritania e Libia), facendo perdere a questi paesi diversi punti di Pil, secondo diversi esperti internazionali. Presente nel Sahel (Mauritania, Mali, Senegal), il couscous si è diffuso molto presto nel Mediterraneo e poi nel resto del mondo. Proposto nei ristoranti più modesti, “rivisitato” dai più grandi chef, il piatto compare in un banchetto al “Gargantua” scritto nel XVI secolo da François Rabelais, il più famoso scrittore del Rinascimento francese.
(ANSA 16 dicembre 2020